MARCO REDAELLI & ASSOCIATI

Smart Working: spunti e riflessioni

Giovedì 28 Maggio si è realizzato il webinar della Marco Redaelli & Associati: “Smart Working: dalle parole ai fatti”.

Grazie all’intervento dei tre esperti MR&A Luigi Pastore, Paolo Paroni e Veronica Talassi, si è affrontato il tema dello Smart Working (SW) sotto tre aspetti differenti e complementari: strategico, organizzativo e comunicazionale. 

Il webinar ha visto anche la partecipazione straordinaria del Dott. Piero Baggi, Direttore generale di Confapi Varese, che ha offerto ai partecipanti un quadro relativo allo SW nelle aziende del varesotto, dando interessanti spunti per il prossimo futuro.

Condividiamo di seguito le domande che abbiamo rivolto al Dott Baggi.

Quali sono i dati statistici dello Smart Working?

In Italia siamo passati da 500.000 SW pre-covid a 8.000.000, nello spazio di 15 giorni. A Varese, secondo i rilevamenti statistici Confapi, le aziende che utilizzano lo SW sono passate dal 3% a punte del 10%. 

Quali sono le aziende che hanno adottato lo SW e qual è il profilo degli addetti coinvolti?

La nostra compagine associativa è per l’85% rappresentata da aziende manifatturiere. Solo il 15% sono aziende di servizi e ancor meno di servizi avanzati. I profili professionali che si addicono allo SW sono quindi amministrativi, commerciali, engineering e progettazione. Una adesione massiva allo SW sembra quindi non praticabile in ambito manifatturiero PMI.

Confapi come ha supportato le sue aziende?

Le aziende non erano preparate ad un utilizzo così importante ed improvviso dello SW.

Carenze sono state avvertite in tema di policy aziendali che disciplina l’utilizzo dello SW, di redazione di Lettere-contratto, di redazione della informativa scritta sui rischi generici e specifici connessi allo SW: postura, luce naturale, luce artificiale, aerazione dei locali, impianto elettrico a norma, pause da videoterminale, il tema del controllo a distanza (Art. 4 statuto dei lavoratori). Confapi ha affiancato le aziende in queste operazioni.

Avete avvertito anche carenze strutturali e culturali?

E’ emersa l’impreparazione delle aziende e dei lavoratori. L’adeguamento tecnologico è lento: software e cloud non sono ancora pienamente utilizzati e questo è un tema cardine per abilitare lo SW e favorire la smart collaboration e policy e privacy sono lasciate alla buona volontà ed al buon senso dei singoli. Il salto culturale impone invece di dotarsi di precisi atti regolamentari per disciplinare l’accesso allo SW e la tutela dei dati aziendali.

Importante è sviluppare una cultura sulle soft digital skill utile a favorire la comunicazione interna e il posizionamento aziendale sui social.

Quale impatto si è avuto sulle persone?

I lavoratori sono stati costretti ad assistere ad una trasformazione del luogo di lavoro; siamo portati ad andare verso una destrutturazione degli spazi fisici all’interno dell’azienda.

Lo SW diventa un nuovo modo di concepire l’organizzazione del lavoro. Il rischio è quello di dispersione e disorientamento: importante è quindi orientarsi al risultato con adeguata comunicazione interna.  E’ importante riuscire a rispondere efficacemente alla frustrazione e alla demotivazione per assenza di Hard skill (quali strumenti devo o posso usare?) e soft skill (interagire a distanza con il team, comunity digitali, cyber security).

Oggi è necessario passare da un controllo gerarchico a concetti di fiducia rinnovata, autonomia, delega e libertà.

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Per approfondire il tema con gli esperti MR&A, scrivi a info@marcoredaelli.it

Ai link sottostanti trovate le pillole video di presentazione del webinar:
Trasformare lo smart working da improvvisazione a progetto
Attivare lo smart working
La comunicazione in smart working